Il Progetto Integrato di Filiera (PIF) denominato “Se.Ce.Mont. – Semente Certificata Montespertoli” finalizzato allo sviluppo di una filiera cerealicola strutturata dal produttore al trasformatore, che permetta di valorizzare la risorsa seme e la qualità della materia prima, tenendo conto delle esigenze di sostenibilità ambientale, è promosso come capofila dall’azienda Spighe Toscane s.r.l. in partenariato con altre 10 aziende agricole.
Il progetto nasce dall’esperienza maturata negli anni nel settore cerealicolo dal gruppo di produttori agricoli riunitisi nell’ “Associazione del pane di Grani Antichi di Montespertoli” con l’obiettivo di creare una filiera locale virtuosa, che avvicini, coinvolga e leghi tra di loro gli agricoltori di base, i trasformatori ed i consumatori.
La filiera cerealicola sviluppata da questo gruppo di agricoltori e trasformatori ha uno dei punti di forza nel legame prodotto-territorio e la sua valorizzazione comprende diversi fattori intrinsecamente legati tra loro: qualità del prodotto, valori storico-culturali, tutela dell’ambiente.
Il contesto
Per quanto concerne la filiera cerealicola, relativamente ai grani cosiddetti “antichi”, le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del progetto sono riconducibili essenzialmente a due tipi di criticità. La prima è legata a problematiche di campo, dal momento che tali grani sono poco produttivi (15-20 q.li/ettaro contro i 25-30 q.li/ettaro dei grani “moderni”), sopportano male la concimazione chimica in quanto rischiano l’allettamento, per la produzione hanno necessità della rotazione triennale, cioè l’alternanza della coltivazione dei cereali con altre specie (ceci, fagioli, lenticchie, lino, girasole, colture foraggere, ecc.) ed il rispetto del terreno e della sua fertilità. Inserendole in un sistema di produzione biologica alcune di queste criticità diventano dei punti di forza (rotazione, bassa concimazione).
Secondariamente si evidenziano notevoli difficoltà nella riproduzione certificata del seme. Di fatto, al momento, per le varietà di grani “antichi” non esistono sul mercato sementi certificate e l’attuale legislazione nazionale le considera “non vendibili”, conseguentemente ogni agricoltore deve farsi carico della riproduzione, con conseguente perdita delle caratteristiche qualitative essenziali per il materiale sementiero.
Le modalità di realizzazione
Il PIF si struttura mediante un accordo di filiera che unisce la ditta sementiera che produrrà sementi certificate (Spighe Toscane s.r.l.), 39 produttori di base, tra partecipanti diretti (10) ed indiretti (29), ed un mulino partecipante indiretto.
La ditta sementiera ed il mulino fungono quindi da collettore del prodotto grano, conseguentemente le sinergie messe in atto con l’accordo di filiera risultano un importante volano alla capacità produttiva di tutto il territorio coinvolto.
Gli obiettivi
Il progetto si propone di realizzare:
1. l’incremento della produzione mantenendo standard di qualità dei grani molto elevate;
2. l’ottimizzazione dell’impiego delle risorse energetiche al fine di razionalizzarne l’uso;
3. la certificazione delle semente volte alla produzione di varietà di grani cosiddetti “antichi” nelle varietà sopra citate;
4. la conservazione e valorizzazione della biodiversità del germoplasma di frumento della Toscana;
5. l’incremento della sicurezza sui luoghi di lavoro;
6. equa distribuzione del reddito tra tutti gli attori della filiera.
I risultati attesi
Il principale risultato atteso è l’incremento del risultato operativo lordo (valore della produzione al netto del costo della produzione) per i produttori agricoli primari (cerealicoltori) ottenuto attraverso migliori prezzi di liquidazione del grano tenero acquistato dal mulino e dalla ditta sementiera, l’incremento della qualità del prodotto mediante certificazione del seme, la meccanizzazione delle operazioni di raccolta e stoccaggio dei grani, l’aumento della PLV, lo sfruttamento di energie da fonti rinnovabili, la valorizzazione della produzione attraverso una campagna promozionale di informazione volta alla realizzazione di eventi, workshop, giornate formative “di campo”.
Gli investimenti previsti
Gli investimenti che i partecipanti diretti porranno in essere riguardano principalmente:
• miglioramenti ambientali attraverso lo sfruttamento dell’energia solare;
• il miglioramento del parco macchine aziendale per le operazioni di campagna volto all’incremento della produzione, alla riduzione delle emissioni in atmosfera, all’aumento della sicurezza sui luoghi di lavoro;
• la realizzazione di nuove strutture produttive aziendali di stoccaggio dei grani con l’obiettivo di incrementare la qualità e quantità della produzione.
Le azioni di informazione/formazione
Il PIF prevede anche l’attivazione, tramite l’agenzia formativa accreditata dalla Regione Toscana A.S.E.V., di 10 giornate informative/formative inerenti tematiche fortemente tecnico-pratiche circa le nuove tecniche di agricoltura di precisione (uso di droni, ecc…), le principali patologie delle varietà di cereali oggetto dell’accordo e le tecniche di lotta, la razionalizzazione dei rapporti tra cerealicoltura e aziende zootecniche, le pratiche e tecniche colturali volte all’ottimizzazione della fertilità dei suoli, la meccanizzazione agroalimentare all’interno dei mulini.
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